Approfondimenti
Obbiettivo
Un altro cardine della kinesiologia è quello di spostare l’attenzione dal problema al potenziale. All’inizio del riequilibrio c’è con il kinesiologo un dialogo molto importante che ha il fine di andare a evidenziare quello che la persona vuole veramente, qual è il suo percorso nella vita, cosa desidera. La tendenza delle persone è quella di togliere il dolore, togliere il problema senza pensare veramente “cosa voglio io?” “qual è il mio sogno nel cassetto?” (modello terapeutico). Spesso in questa fase è riscontrato che il cliente è in uno stato di confusione più totale, non ha assolutamente in mano le redini della propria vita ed è in completa balia degli eventi, quello che vuole è solo far passare il dolore o lenire il disagio. Ma il solo fatto di identificare con il kinesiologo il proprio desiderio cambia la vita, porta all’apertura di nuovi orizzonti e nuove possibilità che prima erano totalmente nascosti. Gli obbiettivi possono svilupparsi in tanti ambiti e possono essere più complessi o più semplici. Possono andare dalla promozione a scuola o migliorare le proprie performance sportive o allo smettere di fumare e fare una vita più salutare.
Modello educativo
A questo punto risulta chiaro che il lavoro con la kinesiologia non è un semplice far passare un dolore ma un vero e proprio training che la persona fa su se stessa per crescere e migliorarsi. È un lavoro veramente importante in cui si diventa artefici del proprio benessere, artefici della propria crescita, artefici della propria salute. In questa epoca di frenesia, di velocità la tendenza comune è quella di affidare il proprio benessere a qualcuno che con l’utilizzo di prodotti o macchinari ci fa stare bene, “ci mettiamo a disposizione”.
Questo è il MODELLO TERAPEUTICO.
In kinesiologia questo tipo di approccio ai disagi non va bene.
Per un kinesiologo è fondamentale che la persona sia responsabile per la sua crescita e la sua salute e si attivi per migliorare. Questo lavoro di consapevolizzazione avviene appunto tramite l’utilizzo del test muscolare e della procedura che evidenziano sempre l’aspetto prioritario su cui puntare l’attenzione e successivamente riequilibrare.
In kinesiologia questo si chiama “MODELLO EDUCATIVO”.
Per chiarire il concetto forse un esempio può aiutare. Supponiamo uno sportivo con il mal di schiena che gli limita molto i movimenti. Il primo passo è l’obbiettivo che non sarà far passare il dolore ma per esempio “mi sento forte e posso correre velocemente” (l’obbiettivo verrà fuori attraverso il dialogo). I passi successivi saranno di utilizzare il test muscolare e la procedura che mostreranno la tecnica prioritaria per quella persona in quel momento. Potrà essere una tecnica strutturale che evidenzia una debolezza muscolare nella zona dolorante, come potrà essere una tecnica emotiva (perché il cliente nutre rabbia) oppure una tecnica di ecologia personale in cui si evince che la persona non conduce una vita molto salutare, ecc. ecc.. Con la kinesiologia non si sa dove si andrà a finire, perché non è l’operatore che decide quale tipo di tecnica utilizzare bensì la persona stessa attraverso il test muscolare. Questo esempio per far capire che la kinesiologia opera dove è necessario al momento e questo è di enorme aiuto al cliente per comprendere qual è la strada da percorrere e dove è necessario cambiare nella propria vita e nei propri comportamenti.
“Con kinesiologia la persona cambia veramente”